La scommessa del turismo sostenibile Italia e Francia insieme per una strategia condivisa

11/05/2017

Viaggiare e soggiornare godendo delle risorse naturali di un territorio e rispettando l’ambiente, contribuire allo sviluppo locale, favorendo la nascita di imprese e la creazione di occupazione, andare in vacanza con la consapevolezza che ogni destinazione è la casa di qualcuno: sono gli elementi principali della nuova scommessa del turismo, che oggi diventa sostenibile, punta alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela delle risorse naturali, frena lo spopolamento e il degrado e contribuisce allo sviluppo economico di un territorio.

Prende le mosse da questi principi il progetto STRATUS (Strategie ambientali per un turismo sostenibile), finanziato dal programma Italia-Francia 2014-2020, per un importo complessivo di 1,3 milioni di euro. Il progetto vede come capofila la Sardegna con il Crenos, e coinvolge alcuni territori transfrontalieri (Sardegna, Liguria e PACA - Provenza-Alpi-Costa Azzurra) che si affacciano sul Tirreno, e in particolare parchi marini e aree protette.

Il progetto, che prende il via proprio nell’anno dichiarato dall’Onu come “Anno Internazionale del turismo sostenibile” e si svilupperà in due anni, punta a rafforzare la competitività del settore turistico marino-balneare supportandone la crescita sostenibile, partendo dalla convinzione che un turismo ben progettato e gestito, che rispetti e valorizzi la ricchezza di risorse naturali, che migliori l’ambiente e sia attento allo sviluppo delle popolazioni, contribuisce alla crescita economica di un territorio.

 

GLI OBIETTIVI

Obiettivo generale di STRATUS, cui prendono parte sette partner, ognuno con competenze specifiche nei settori di intervento, è la definizione di un approccio integrato di sviluppo turistico sostenibile in tutte le regioni coinvolte. In particolare le azioni che verranno messe in campo puntano in primo luogo a individuare strumenti di gestione del turismo che favoriscano e migliorino la sostenibilità delle imprese dei territori costieri ad alta valenza ambientale e insieme mirino alla creazione dal basso di un marchio per i prodotti eco-turistici, affidandone l’utilizzo a organizzazioni e istituzioni vicine alla realtà locale.

L’approccio transfrontaliero del progetto è fondamentale in un mercato come quello turistico, in cui la competizione globale obbliga i territori a superare i confini amministrativi e geografici nazionali e dove la domanda sembra orientarsi sempre più verso destinazioni che, facendo leva sulle proprie risorse naturali e identitarie, siano in grado di offrire ai propri mercati di riferimento la possibilità di vivere esperienze autentiche e a contatto con la natura. 

 

LE AZIONI

La strategia, complementare fra i due territori oggetto delle azioni pilota, è orientata alla definizione di un approccio integrato di sviluppo turistico sostenibile: nell’area di Villasimius verranno analizzate e coinvolte le attività legate al turismo sostenibile (in particolare quello marino-balneare), mentre nella cittadina balneare di Sanary-sur-Mer verrà analizzato un particolare segmento d’imprese legato al turismo sostenibile, come la piccola ricettività, i servizi e le imprese di servizi del turismo attivo che operano secondo metodologie di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

Dopo la definizione delle due strategie locali, i contenuti, le informazioni e le buone pratiche saranno confrontate tra le aree interessate per arrivare alla creazione di una strategia integrata sulla sostenibilità ambientale in tema di turismo. I risultati saranno poi applicati anche nella regione non interessata dalle azioni pilota (la Liguria) e trasferite in altre regioni del Programma Marittimo (Corsica e Toscana).

Con la Sardegna capofila del progetto, il territorio dell’Area marina protetta di Capo Carbonara diventerà un vero e proprio laboratorio di turismo sostenibile, dopo che lo scorso anno Villasimius, insieme ad altri quattro Comuni del Sud Sardegna, ha ottenuto dalla Commissione europea il riconoscimento di “Prima destinazione sostenibile d’Europa” per il turismo e l’ambiente.

 

L’ADVISORY BOARD

Tra gli aspetti più innovativi del progetto c’è l’attenzione particolare per il coinvolgimento diretto delle comunità locali e delle imprese dei territori interessati: una modalità di azione che favorisce l’ascolto e la partecipazione di questi soggetti nella definizione degli obiettivi attesi, valorizzando la loro esperienza e conoscenza del contesto economico e sociale.

Per facilitare maggiormente questo processo di ascolto e interazione con il territorio, è stato istituito nell’ambito del progetto un Advisory board, organismo di consultazione che riunisce gli stakeholder istituzionali (enti regionali, Università, associazioni di categoria, Comuni) e locali (imprese singole e associate, consorzi, associazioni e Ong che operano nel campo della sostenibilità ambientale) che svolgerà una funzione di indirizzo per lo svolgimento del progetto.

L’insediamento e la prima riunione dell’Advisory board si svolgono oggi in concomitanza con la presentazione del progetto.

 

LE NUOVE SFIDE PER LA SARDEGNA

Per Alessandra Carucci, Prorettore delegato per l’internazionalizzazione dell’Università di Cagliari, che ha introdotto la conferenza stampa «la Sardegna deve puntare al turismo di qualità e l’attenzione delle Università a questo tema si è concretizzata proprio quest’anno con l’istituzione di una nuova laurea magistrale proprio sul turismo sostenibile».

A diffondere alcuni dati sulla richiesta sempre crescente di destinazioni turistiche sostenibili da parte dei viaggiatori, è Giacomo Del Chiappa, docente di Economia e marketing del turismo dell’Università di Sassari e responsabile scientifico del progetto per il Crenos. «Secondo il Wto (Organizzazione mondiale del turismo) il turismo sostenibile cresce ogni anno del 5% a livello internazionale», sottolinea Del Chiappa, «il 65% dei tedeschi che prenota la propria vacanza si aspetta qualità ambientale, il 42% cerca ricettività eco-friendly, l’87% degli inglesi è attirato dai principi dell’ecoturismo, il 55% degli italiani dichiara di fare scelte che non danneggino l’ambiente nel pianificare il proprio viaggio e per quanto riguarda nello specifico la Sardegna, il 40,7% degli italiani in vacanza nell’isola dichiara di essere propenso a fare viaggi ispirati all’ecoturismo».

«Quello sostenibile è l’unico modello di turismo che possiamo avere in Sardegna, oltre alle spiagge abbiamo la possibilità di mostrare anche altro, ma fondamentale in questo è la sostenibilità economica», spiega il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca, coinvolto nell’organismo di consultazione. «Il carattere transfrontaliero è un valore aggiunto perché consente di mettere in relazione esperienze diverse, di studiare altri modelli e farli propri».

A parlare di nuove sfide in Sardegna è l’assessora regionale del Turismo, Artgianato e Commercio, Barbara Argiolas: «La Sardegna deve tendere sempre più a un modello di sviluppo del turismo sostenibile che ponga al centro la tutela e valorizzazione del paesaggio ma anche il coinvolgimento di Comuni, imprese e cittadini». «Questo modello è complesso perché mette insieme tutte le politiche che la Regione e i Comuni mettono in campo: dalle infrastrutture per la mobilità lenta alle politiche energetiche, da quelle per la gestione dei rifiuti ai piani di utilizzo dei litorali e ai piani particolareggiati dei centri storici, solo per citare alcuni esempi», ha sottolineato. «È una sfida importante e il progetto STRATUS ci può aiutare nella definizione di percorsi virtuosi sostenibili che siano un valore aggiunto nel marketing turistico delle imprese e rendano motivo di vacanza prodotti che adesso sono complementari al balneare». «Vorremmo infatti che un giorno non troppo lontano ci fosse coincidenza perfetta tra il marchio “Sardegna” e l’idea di destinazione sostenibile, grazie alla qualità ambientale, al nostro patrimonio immateriale, all’autenticità dei nostri luoghi e alla qualità della vita», ha concluso l’esponente della Giunta.