Principali componenti dell’economia sommersa

Principali componenti dell’economia sommersa 

Autori: William Addessi e Luciano Cavalli

 

In Italia il sommerso economico ha sempre mostrato un'incidenza rilevante sull'economia, di molto superiore a quella degli altri principali paesi europei. Secondo la Relazione sull’Economia non osservata e sull’evasione contributiva anno 2022 i comportamenti evasivi delle imprese e degli individui comportano ogni anno una perdita di gettito fiscale e contributivo, che nel 2019 è pari a circa 99,2 miliardi, di cui 86,5 miliardi di euro di mancate entrate tributarie e 12,7 miliardi di euro di mancate entrate contributive. Seppure il fenomeno appaia in contrazione negli ultimi anni, esso continua ad essere pervasivo a livello sia settoriale sia territoriale, con evidenti ricadute sulla competitività del sistema produttivo e sull'efficienza del sistema paese. L'Istat ha negli anni notevolmente affinato i metodi di stima del sommerso economico al fine di garantire una completa esaustività dei principali indicatori macroeconomici (PIL e reddito nazionale) e di fornire agli stakeholder informazioni più granulari (in termini settoriali e territoriali) e affidabili ai fini dell'analisi economica e della definizione di policy.

Il presente contributo esamina la dinamica e la composizione settoriale dell’economia sommersa all’interno del sistema economico provinciale e regionale della Sardegna nel quinquennio 2016-2021, anche in relazione al contesto nazionale e ripartizionale. L’analisi considera le principali componenti dell’economia sommersa: il valore aggiunto occultato tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione del valore aggiunto) e il valore aggiunto generato mediante l’utilizzo di input di lavoro irregolare.

La sotto-dichiarazione del valore aggiunto si genera quando una o più componenti che concorrono a formare il valore della produzione sono sottostimate e/o quando alcune voci di costo sono sovrastimate. In entrambi i casi si determina una riduzione artificiale degli utili dell’impresa. Nella stima della sotto-dichiarazione è incluso anche il valore dell’IVA frodata dai produttori all’insaputa degli acquirenti, ossia quella quota di imposta caricata sul prezzo di vendita, ma poi non versata all’erario (c.d. frode IVA senza complicità)

Esiste poi una quota di valore aggiunto generata dall’utilizzo di lavoro irregolare, indipendente e dipendente, stimata in due componenti: la prima misura il valore aggiunto generato dai lavoratori indipendenti irregolari, sia nella quota di margine di gestione sia in quella di mark-up sul contributo produttivo dei dipendenti irregolari; la seconda misura il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoratori dipendenti irregolari (quota della loro remunerazione) per le imprese market e le famiglie come datori di lavoro di personale domestico

Nella Tabella 1 è riportata l’incidenza dell’economia sommersa sul valore aggiunto totale. Il dato della Sardegna del 2020 risulta lievemente inferiore a quello del Mezzogiorno (0,7 punti percentuali), ma notevolmente al di sopra di quello del Centro (3,2 punti percentuali), del Nord-Est (5 punti percentuali) e del Nord-Ovest (5,5 punti percentuali). 

Tabella 1 Incidenza del valore aggiunto generato dall’economia sommersa sul totale del valore aggiunto, anni 2016-2020 (valori %)

 

2016

media 2017-2019

2020

Sardegna

14,5

 

13,5

 

13,0

 

Nord-Ovest

9,5

 

8,5

 

7,5

 

Nord-Est

9,8

 

9,1

 

8,0

 

Centro

11,7

 

11,3

 

9,8

 

Mezzogiorno

15,7

 

15,6

 

13,7

 

Italia

11,4

 

10,8

 

9,5

 

Fonte: Istat – Conti nazionali

Il trend dell’economia sommersa in Sardegna nel periodo indicato mostra una continua riduzione, accentuata nel primo periodo ma meno netta rispetto al dato nazionale e alle altre ripartizioni nell’ultimo anno considerato. L’incidenza passa, infatti, dal 14,5% del 2016 al 13% del 2020, una diminuzione di 1,5 punti percentuali, meno marcata rispetto ai 2 punti persi dal Mezzogiorno e agli 1,9 dell’Italia. In particolare, nel 2020 si è registrato un calo dell’incidenza rispetto alla media dei 3 anni precedenti di 1,3 punti in Italia e di quasi 2 punti nel Mezzogiorno, mentre è stata di soli 0,5 punti in Sardegna.

Con riferimento al periodo 2016-2020 per la regione Sardegna, la Tabella 2 riporta l’incidenza dell’economia sommersa sul totale del valore aggiunto per alcuni macro-settori di attività economica. Viene inoltre indicato il peso relativo dei comparti considerati sul totale del sommerso da essi generato, in modo da evidenziarne il contributo al sommerso regionale

Tabella 2 Economia sommersa in Sardegna per settore di attività economica, anni 2016-2020 (valori %)

 

2016

media 2017-2019

2020 

 

su VA

su tot. 

sommerso

su VA

su tot. 

sommerso

su VA

su tot.

sommerso

industria

11,1

 

7,3

 

10,3

 

6,9

 

10,4

 

6,8

 

costruzioni

28,6

 

8,9

 

28,1

 

8,7

 

24,1

 

8,9

 

commercio, trasporti, 

alloggio, informazione

29,8

 

48,8

 

29,2

 

49,9

 

27,6

 

49,0

 

attività finanziarie, immobiliari, professionali 

8,4

 

14,3

 

8,1

 

14,1

 

6,7

 

14,2

 

AP, istruzione, sanità, 

altri servizi

9,8

 

20,6

 

9,5

 

20,5

 

8,3

 

21,0

 

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati Istat – Conti nazionali

Il quadro complessivo che emerge evidenzia un’incidenza del sommerso sul valore aggiunto particolarmente elevata nel settore delle costruzioni e nell’aggregato che riunisce le attività di commercio, trasporti, alloggio, ristorazione e servizi di informazione, settore che genera quasi la metà del sommerso complessivo. È interessante notare come la tendenza alla riduzione dell’incidenza su valore aggiunto, presentata nella Tabella 2 caratterizzi tutti i macro-settori economici, sebbene in misura differente. 

Entrando un po’ più nel dettaglio, si nota che l’economia sommersa si concentra nel comparto dei servizi (dato dalla somma degli ultimi tre settori riportati in tabella) con oltre l’80% sul dato complessivo, quota in crescita di 0,5 punti percentuali tra il 2016 e il 2020 (da 83,7% al 84,2%). Nell’ambito dei servizi, le attività predominanti sono quelle del commercio, alloggio e ristorazione, che nel 2016 presentano un’incidenza pari a quasi al 29,8% sul valore aggiunto e un peso del 48,8% sul complesso dell’economia sommersa. Il peso sul totale sommerso rimane grossomodo stabile fino al 2020 (49%), mentre l’incidenza su valore aggiunto registrata nel 2020 è di 2,2 punti percentuali inferiore (27,6%). 

Secondo per incidenza sul valore aggiunto è il settore delle costruzioni, che dal 28,6% del 2016 si contrae al 24,1% del 2020. Tale riduzione di 4,5 punti percentuali è nettamente superiore a quella registrata negli altri settori (compresa tra 0,7 e 1,7 punti percentuali) e potrebbe essere in parte spiegata dalle dinamiche di accesso alle diverse tipologie di bonus edilizio. L’incidenza del settore delle costruzioni sul totale sommerso è comunque rimasta stabile all’8,9%.

L’industria, infine, ha un’incidenza sul valore aggiunto in diminuzione (11,1% nel 2016 e 10,4% nel 2020), anche se in leggero aumento nel 2020 rispetto alla media 2017-2019 (pari al 10,4%); in contrazione, dal 7,3% del 2016 al 6,8% al 2020, anche il peso sul complesso dell’economia sommersa. 

Inoltre, vale la pena sottolineare che le chiusure amministrative dovute alle politiche di contenimento connesse alla pandemia da COVID-19 ed i meccanismi di ristoro ad esse legate, le incentivazioni dei pagamenti elettronici ed il super-bonus edilizio hanno impattato sui settori produttivi in maniera eterogenea, comportando ad ogni modo una generalizzata riduzione dell’attività produttiva non osservata. Infatti, ad esclusione del comparto industriale, gli altri settori considerati in questa analisi hanno registrato una riduzione dell’incidenza del sommerso sul valore aggiunto particolarmente sostenuta proprio nel 2020

Nella Tabella 3 è infine riportata la composizione dell’economia sommersa nelle province sarde, considerando le tre componenti precedentemente evidenziate: sotto-dichiarazione del valore aggiunto e valore aggiunto generato dall’utilizzo di lavoro irregolare dipendente e indipendente. 

La sotto-dichiarazione del valore aggiunto è la componente più rilevante in tutte le province. Il peso che questa componente assume nel dato regionale è pari al 54,9% nel 2016 e si attesta al 57,4% nel 2020. Questo aumento è guidato dall’andamento della provincia di Cagliari, il cui valore cresce di oltre 5 punti percentuali, dal 53,6% del 2016 al 58,9% del 2020, a fronte di aumenti meno rilevanti nelle altre province. Le province di Sassari, Nuoro e Sud Sardegna mostrano un andamento eterogeneo all’interno del periodo di riferimento, con una leggera riduzione tra il 2016 e il periodo 2017-2019, e un aumento nell’ultimo anno. Oristano è l’unica provincia in controtendenza, dove il peso della sotto-dichiarazione cresce tra il 2016 (54,1%) e il periodo 2017-2019 (56,2%) e si contrae nel 2020 (55,8%). Nel 2020, le province il cui peso relativo della sotto-dichiarazione è maggiore sono Cagliari (che nel 2016 era ultimo per incidenza) e Sud Sardegna. 

Tabella 3 Composizione dell’economia sommersa in Sardegna per tipologia e provincia, anni 2016-2020 (valori %)

 

2016

media 2017-2019

2020

sotto-

dichiarazione 

lavoro 

irregolare

sotto-dichiarazione 

lavoro 

irregolare

sotto-

dichiarazione 

lavoro 

irregolare

dip

indip

dip

indip

dip

indip

Sassari

56,1

29,1

14,7

56,0

28,9

15,1

56,5

28,2

15,4

Nuoro

54,1

31,9

14,0

54,0

30,1

15,8

56,2

27,7

16,1

Cagliari

53,6

29,6

16,8

56,6

26,0

17,4

58,9

24,1

17,0

Oristano

54,1

32,7

13,2

56,2

27,8

16,0

55,8

27,4

16,9

Sud 

Sardegna

55,9

28,4

15,7

55,2

26,8

17,9

58,7

23,1

18,2

Sardegna

54,9

29,8

15,3

55,8

27,8

16,4

57,4

26,0

16,6

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati Istat – Conti nazionali

Il peso della componente del lavoro irregolare dipendente è in continua discesa in tutto il periodo considerato con tendenze diverse a seconda della provincia. Il totale regionale passa dal 29,8% del 2016 al 27,8% del periodo 2017-2019 e al 26% del 2020, perdendo nei singoli periodi quasi due punti percentuali. La discesa è più marcata nelle province di Cagliari e Oristano, dove, tra il 2016 e la media del 2017-2019, è pari, rispettivamente, a 4,9 e 3,6 punti percentuali, in entrambi i casi superiori alla media regionale. Nelle altre province la diminuzione è inferiore al dato regionale. Nell’ultimo anno considerato la contrazione è più marcata nelle province del Sud Sardegna (3,7 punti percentuali) e Nuoro (2,4). L’eterogeneità degli andamenti tra le province comporta un rilevante cambiamento del loro posizionamento: al 2020, il peso relativo maggiore si registra nella provincia di Sassari, con una quota del 28,2%, che nel 2016 si collocava dopo Oristano, Nuoro e Cagliari.

Il peso della componente del lavoro irregolare indipendente è in aumento nel quinquennio considerato con la sola eccezione di Cagliari, l’unica provincia con un dato in diminuzione tra la media del periodo 2017-2019 (pari a 17,4%) e il 2020 (17%). In tutte le altre province, così come per il dato complessivo regionale, il peso relativo della componente del lavoro indipendente cresce nel quinquennio. Gli aumenti più rilevanti si presentano per Oristano (3,7 punti percentuali), seguito dalle province Sud Sardegna (2,5) e Nuoro (2,1), il cui aumento è superiore alla media regionale (1,3). Di minore entità la crescita nelle altre province (Sassari 0,7 e Cagliari 0,2).

 

Bibliografia e Fonti statistiche

Banca d’Italia (2022), Uso statistico e previsivo delle transazioni elettroniche di pagamento: la collaborazione Banca d'Italia-Istat, Collana Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento N.27, 22 Ottobre 2022.

Cavalli L., Sallusti F. (2019), Detecting under-reporting of value added and VAT fraud in National Accounts, IMF Statistical Forum, novembre 2019.

Commissione Ministero dell'Economia e delle Finanze (2023), Relazione sull’Economia non osservata e sull’evasione contributiva, anno 2022. 

Istat (2022), Economia non osservata nei Conti Nazionali, Statistica Report, 14 ottobre 2022.

 

William Addessi. Ricercatore CRENoS, è professore associato di Economia Politica presso l’Università di Cagliari. I suoi interessi di ricerca sono relativi al ciclo economico, determinanti della composizione multisettoriale dei sistemi economici, mercato del lavoro.

Luciano Cavalli. Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Statistica, lavora presso la direzione della Contabilità Nazionale dove si occupa delle stime nazionali e territoriali dell’economia non osservata e del reddito disponibile delle famiglie.