25° Rapporto sull'Economia della Sardegna

Categoria 
Rapporto sull'economia della Sardegna
Tipologia di pubblicazione 
Temi Economici della Sardegna
Anno 
2018
ISBN 
978 88 9386 068 0
Committente 
CRENoS e Fondazione di Sardegna
Descrizione 

Lo scorso 25 maggio si è tenuto il convegno di presentazione del 25° Rapporto sull'Economia della Sardegna, presso la Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche dell'Università di Cagliari.

Dopo i saluti di Emanuela Marrocu (Direttore CRENoS) e di Micaela Morelli (Pro-Rettore alla Ricerca dell'Università degli Studi di Cagliari), Silvia Balia (CRENoS) ha presentato i principali risultati del Rapporto 2018.

Dopo la presentazione si è svolta la Tavola rotonda, coordinata da Giuseppe Deiana (L'Unione Sarda) alla quale hanno partecipato:

  • Rosario Maria Ballatore - Banca d'Italia, sede di Cagliari
  • Andrea Alessandrini - Nobento SpA
  • Andrea Gabardo - Accenture SpA
  • Marco Deiosso - Nausdream
  • Mario Paffi - Museo delle Maschere Mediterranee 
  • Francesco Muntoni - Delphina Hotels & Resorts
  • Antonello Cabras - Presidente Fondazione di Sardegna

 

Il 25° Rapporto sull’Economia della Sardegna va in stampa in un momento in cui i segnali sulla salute dell’economia mondiale e nazionale sono positivi ma allo stesso tempo incerti. I principali analisti raccontano l’espansione decisa dell’attività economica a livello globale e prevedono, almeno per il prossimo biennio, tassi di crescita intorno al 3,8%. Tuttavia i dati sui primi mesi del 2018 non sono incoraggianti per il nostro Paese. La situazione congiunturale si sta modificando in maniera inaspettata: l’Italia ha rallentato la propria attività economica e mostra una forte fragilità. Le stime di crescita più ottimiste per il 2018 sono dell’1,5% ma sarà necessario intervenire con politiche economiche mirate, di natura fiscale e non solo, se si vorrà contrastare la recente frenata della produzione industriale.

Il Rapporto presenta un'analisi strutturale del sistema economico isolano basandosi sul confronto con le altre regioni italiane ed europee e sul monitoraggio degli obiettivi della Strategia Europa 2020. Con un PIL pari al 71% della media europea, la Sardegna conferma la sua appartenenza al gruppo delle 65 regioni più povere d’Europa. Nonostante i dati positivi sui consumi delle famiglie e sull’interscambio con l’estero, la crescita del PIL non riesce a fare affidamento su un sistema produttivo solido in termini di creazione di valore aggiunto né di accumulazione del capitale. I tassi di attività e occupazione, per quanto più alti rispetto al Mezzogiorno, appaiono quasi congelati e il tasso di disoccupazione raggiunge il minimo storico dal 2013 (17%). Tuttavia, in tutte le province il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro cresce e diventa positivo. Il processo di accumulazione di capitale umano mostra segnali incoraggianti, pur evidenziando, insieme al processo di investimento in ricerca e sviluppo, una ben nota situazione di ritardo. È ancora una volta il turismo, nonostante il sistema imprenditoriale dell’isola non riesca a sfruttarlo in tutta la sua potenzialità, a permettere alla Sardegna di stare nei primi posti delle classifiche nazionali.

Referente Scientifico
S. Balia
Project Manager
B. Dettori