Il Reddito di Cittadinanza: evidenze dai dati INPS.

Autori: Andrea Caria, Erica Delugas e Sara Pau

Il Reddito di cittadinanza (RdC) è stato introdotto nell’ordinamento italiano dalla legge n.26 del 2019 con un’impostazione di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà. Si tratta di un supplemento al reddito mensile (fino a 780 euro per i nuclei monocomponente e fino a 1.130 euro per una famiglia di tre o più persone), associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale dei beneficiari. Il beneficio assume la denominazione di Pensione di cittadinanza (PdC) se il nucleo familiare è composto da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni.

L'obiettivo del RdC è quello di promuovere l'inclusione sociale, migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per favorire l'occupazione, contrastare la povertà e le disuguaglianze.

Benché si inserisse in un percorso di misure assistenziali iniziato nel 1998 con il Reddito Minimo di Inserimento (RMI), seguito poi dal Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) e infine dal Reddito di Inclusione (REI), il RdC ha rappresentato un cambio di paradigma nel sistema di welfare italiano (Busilacchi et al., 2021). Esso rappresenta una politica molto ambiziosa, sia per lo schema universale, non categoriale o territoriale, di contrasto alla povertà, sia per la complessità strutturale della sua concreta attuazione. Il programma prevede, infatti, un sistema di governance multilivello per la presa in carico dei beneficiari e per favorire il loro reinserimento socio-lavorativo. L’accesso al sostegno è subordinato al possesso di determinati requisiti di cittadinanza, di residenza ed economici. I percettori sono inoltre tenuti a partecipare alle attività di formazione, orientamento e inserimento lavorativo, nonché ad altre attività di utilità sociale, pena il decadimento dal beneficio. 

Nel 2022, il numero totale di nuclei percettori del RdC o PdC in Italia è stato di 1,7 milioni, per un totale di 3,7 milioni di individui. In Sardegna si registrano invece 63 mila nuclei percettori che coinvolgono 120 mila persone. Il Grafico 1 riporta la percentuale di persone beneficiarie sul totale della popolazione per ogni anno e l’importo medio mensile nel periodo 2019-2022. 

Grafico 1 RdC: tasso di percettori (%) e importo medio mensile (euro), anni 2019-2022

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati INPS - Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza 

Il tasso di percettori del 2022 (7,6%) colloca la Sardegna tra il valore del Centro-Nord (3,2%) e quello elevato del Mezzogiorno (12%). Ad eccezione della crescita registrata tra il 2019 e il 2020, che va da +1 punto per il Centro-Nord ai +3 punti per il Mezzogiorno, la quota di percettori si rileva stabile nel periodo di osservazione. La Sardegna registra, infine, l’importo medio mensile (514 euro) che si colloca tra il Mezzogiorno (583 euro) e il Centro-Nord (496 euro). Nonostante la tendenza crescente per tutte le aree osservate, l’importo medio percepito in Sardegna è quello cresciuto di meno (da 471 a 514 euro, con un incremento del 9,1%), seguito da Mezzogiorno (10,2%) e Centro-Nord (13,3%). 

La distribuzione aggregata dei percettori ricalca la già nota dualità della condizione economica dell’Italia, indicando una condizione di maggiore vulnerabilità dei cittadini del Mezzogiorno rispetto a quelli del Centro-Nord. Secondo alcuni indicatori di Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat, nel 2020 il Mezzogiorno, che registrava la situazione peggiore rispetto al resto dell’Italia, presentava il 19,2% di bassa intensità di lavoro, che identifica la percentuale di persone che vivono in famiglie i cui componenti lavorano pochi mesi sul totale di quelli teoricamente disponibili, seguito dalla Sardegna (18,7%) e dal Centro-Nord (7,1%); il 34,1% di incidenza del rischio di povertà, rispetto al 28,6% della Sardegna e del 13,7% del Centro-Nord; e, infine, il 10,1% di grave deprivazione materiale, distanziando la Sardegna (5,1%) e il Centro-Nord (4,1%).

Questi dati, che rappresentano alcuni dei fattori che influiscono sulla condizione di povertà delle famiglie italiane e incidono sul livello di disuguaglianza nazionale, supportano dunque la tesi per la quale la concentrazione dei percettori e l’ammontare medio mensile del sussidio vengono distribuiti laddove si concentrano i cittadini più vulnerabili

La Figura 1, che riporta il dettaglio provinciale, arricchisce la descrizione della diffusione del RdC ed evidenzia che le caratteristiche prevalenti del Mezzogiorno si ritrovano anche in alcune province del Centro-Nord. 

Figura 1 RdC: tasso di percettori (%) e importo medio mensile (euro), anno 2022

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati INPS - Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza

La provincia con la quota maggiore di percettori è Napoli (15,8%), la minore Bolzano (0,2%). L’importo medio più alto lo si registra nella provincia di Palermo (679 euro) e il più basso Trento (399 euro). Tuttavia, alcune province del Nord-Ovest registrano importi medi che si collocano nelle due classi più alte, come Imperia (576 euro), Alessandria (568 euro) o Torino (553 euro). La Sardegna, in comparazione con le altre aree, mantiene alti livelli di percettori, con importi medio bassi. La distribuzione degli indicatori dal punto di vista provinciale del RdC è dunque più eterogenea di quanto appare con gli aggregati territoriali.

La misura ha avuto un impatto nella riduzione della povertà di reddito a livello nazionale, soprattutto in termini di mitigare la sua intensità. Tuttavia, sono state sollevate delle critiche sulla capacità di favorire l'occupazione e di raggiungere i poveri in egual misura. Nello specifico, come evidenziato dall’ultimo rapporto ANPAL (2023), è appena il 17,8% la quota di individui che nel 2022 presentavano un rapporto di lavoro attivato in seguito al percorso di reinserimento del programma.  Nella Tabella 1 è riportata la scomposizione dei beneficiari occupati per caratteristiche individuali e macroarea.

Tabella 1 Beneficiari RdC occupati per caratteristiche individuali e macroaree, anno 2022

 

Sardegna

Mezzogiorno

Centro-Nord

Italia

percentuale

18,7

 

15,6

 

24,3

 

17,8

 

totale

5.601

 

101.664

 

55.640

 

157.304

 

di cui (in %)

               

donne

58,4

 

41,1

 

53,0

 

45,3

 

uomini

41,6

 

58,9

 

47,0

 

54,7

 

italiani

95,8

 

90,0

 

63,6

 

80,7

 

stranieri

4,2

 

10,0

 

36,4

 

19,3

 

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ANPAL

La funzione di reinserimento del RdC appare eterogenea nel Paese: nel 2022 gli occupati della Sardegna sono pari al 18,7% dei percettori, quelli del Centro-Nord il 24,3%, contro appena il 15,6% nel Mezzogiorno. Se osserviamo le distribuzioni dei percettori rioccupati nel mercato del lavoro, emerge che in Sardegna le donne beneficiarie rioccupate sono più numerose (58,4% del totale dei rioccupati) rispetto alla media nazionale (45,3%), al Centro-Nord (53,0%) e al Mezzogiorno (41,1%). Per quanto riguarda invece la composizione dal punto di vista della nazionalità, la Sardegna presenta una percentuale di beneficiari rioccupati stranieri (4,2%) inferiore rispetto al resto del Paese. Nel Mezzogiorno, il tasso di rioccupazione degli stranieri è del 10,0%, mentre nel Centro-Nord è del 36,4%, con una media nazionale del 19,3%. Tuttavia, i dati a disposizione non consentono di indagare il diverso grado di efficacia in termini di reinserimento lavorativo tra i diversi sottogruppi, in quanto queste percentuali possono ragionevolmente riflettere la diversa distribuzione territoriale delle donne e degli stranieri tra i percettori del RdC.

Inoltre, la capacità del RdC di contrastare la povertà è stata più volte messa in discussione (si veda, ad esempio, il Rapporto di Caritas Italiana, 2021). Infatti, i criteri di accesso al RdC escludono o limitano determinate categorie di individui, come i cosiddetti working poor, ovvero coloro che, pur essendo occupati, percepiscono un reddito al di sotto della soglia di povertà. Una condizione analoga riguarda le famiglie in possesso di piccole disponibilità patrimoniali difficilmente liquidabili e in condizioni di fragilità reddituale, la cui presenza, come evidenziato da un recente lavoro di Baldini e Gallo (2021), si registra maggiormente al Nord. 

Il requisito della residenza in Italia da almeno dieci anni (di cui gli ultimi due in maniera continuativa), tra i più restrittivi in Europa e per questo oggetto di una recente procedura di infrazione da parte della Commissione europea, colpisce negativamente la popolazione straniera che risulta più concentrata al Nord. Infine, il RdC si configura come una politica one size fits all che non tiene conto della forte differenziazione territoriale in termini di costo della vita, più alto al Nord e minore al Sud. L’indagine Inapp-Plus sottolinea, a questo proposito, che il contributo affitto del RdC è stato chiesto in misura relativamente maggiore al Nord-Est e nel Centro, evidenziando una vulnerabilità abitativa maggiore del Mezzogiorno (Bergamante et al., 2022). 

A queste criticità si aggiungono da una parte il “vincolo burocratico”, un fattore deterrente per i poveri assoluti che, non riuscendo a portare a termine la procedura di richiesta assistenziale non richiedono il sussidio, di fatto esclude probabilmente i più bisognosi; dall’altra, le famiglie povere e numerose sono svantaggiate dalla scala di equivalenza sia nell’essere beneficiari che negli importi spettanti. 

Tirando le somme, risulta evidente che la misura presenti delle criticità che lasciano indietro dei cittadini altrettanto o maggiormente bisognosi quanto gli attuali percettori e una sua riforma risulti auspicabile.

 

Bibliografia e fonti statistiche

ANPAL (2023), Reddito di Cittadinanza - Nota mensile n° 10/2023 Marzo-Collana Focus ANPAL n° 150

Baldini M., Gallo G. (2021), “Chi” riceve il Reddito di Cittadinanza e a “quanto” ammonta. In Lotta alla povertà. Un monitoraggio plurale del Reddito di Cittadinanza, a cura di Caritas, pp. 9-60. Roma: Palumbi

Bergamante F., De Angelis M., De Minicis M., Mandrone E. (a cura di), (2022), Reddito di cittadinanza: Evidenze dall’indagine Inapp-Plus. Policy Brief, n.27, Inapp, Roma 

Busilacchi G., Gallo G., Luppi M. (2021), Qualcosa è cambiato? I limiti nella implementazione del Reddito di cittadinanza e il vincolo della path dependency. Social Policies, 8(3), 553-578

Caritas Italiana (2021), Lotta alla povertà: imparare dall’esperienza, migliorare le risposte

INPS (anni vari), Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza

Istat (2021a), BES 2020 – Il benessere equo e sostenibile in Italia

Istat (2021b), La redistribuzione del reddito in Italia, Micro Simulazioni anno 2020

 

Andrea Caria. È assegnista di ricerca presso l’Università di Sassari, collabora con CRENoS dal 2017. I suoi interessi di ricerca vertono sulla political economics, in particolare sul ruolo dei media e degli incentivi economici nei meccanismi di selezione della classe politica.

Erica Delugas. Dottoressa di ricerca in Economia Politica presso l’Università di Cagliari, collabora col CRENoS dal 2017. È ricercatrice nell’unità di valutazione e analisi delle politiche pubbliche presso Csil. I suoi interessi di ricerca sono nel campo della microeconometria applicata con particolare riferimento allo studio delle disuguaglianze.

Sara Pau. Ricercatrice in Scienza delle Finanze presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Sassari, collabora col CRENoS dal 2019. Gli interessi di ricerca comprendono l’economia della salute, l’economia dell’istruzione e la valutazione delle politiche pubbliche.